La pinhole anamorfica (chiamata da alcuni anche onniscopio) si basa su un principio ben poco razionale: quello di registrare non l’immagine diretta proiettata sul piano opposto al foro stenopeico; bensì la somma (totale o parziale) delle immagini periferiche dei piani non abitualmente usati per registrare la proiezione stenopeica (a differenza di una lente, che è ancorata ad una certa copertura di spazio, il foro stenopeico fornisce una copertura praticamente infinita). E’ una macchina ostica da usare, sia per l’approssimazione che si deve dare all’esposione (che varia sui diversi piani), sia per la difficoltà che si ha a previsualizzare l’inquadratura risultante (di norma, se si vuole inquadrare un certo soggetto, la prima regola è… non puntarlo!).
Attualmente costruita in prototipo unico con fotogramma 6x12cm che gira intorno a una circonferenza, coprendone circa i 2/3.
- l’esterno del prototipo
- il caricatore interno
- tipico orientamento decentrato in fase di ripresa
- una visione anamorfica di Monte del Lago
- Trasimeno in pendenza
- Il Ponte di Borgo a Mozzano
- Il “Ponte del Diavolo” ancora più deformato di quanto lo sia realmente
- inquadratura verso l’alto
- ritratto dell’artista Umberto Raponi
- Pinhole day, Perugia 2014
- Pinhole day, Perugia 2014
- Pinhole day, Perugia 2014
- Pinhole day, Perugia 2014