Le macchine fotografiche migliori per il deserto sono sempre quelle che costano 20 euro.
(Giordania, 2019, Smena cosmic + expired Fuji 64T + homemade x-pro c41)
Mi piace pensare a poco quando scatto, accumulare negativi che diventano polverosi, e poi rivederli tutti insieme, a tempo di distanza.
L’Adriatico è il mare degli umbri di terra, la prima linea d’orizzonte piatta che vediamo da bambini, il primo immaginario dell’infinito. Non tutti ancora si ricordano che di là c’è qualcosa. L’anno scorso Rumiz mi ha fatto pensare all’Adriatico per la prima volta non come un divisore, ma come un continuum di rive, specchiate nelle stesse latitudini. Allora ho cominciato a giocare con l’occhio e a confondere le distanze.
Ho portato una vecchia Smena Cosmic Symbol a fare un giro dalle sue parti, con un paio di pellicole crossate. Incontro di rottami vivi e rattoppati tra Albania e Macedonia.
Sulla lente, al posto dei diaframmi, i simboletti col sole e le nuvole. Per una volta, non ho sentito il bisogno di nulla di più complicato.