il Fronte di Resitenza Analogico e gli “Arsumigli”
In un tempo e in un luogo imprecisato, accadde che militanti sparsi dell’analogico si incontrarono un giorno in un’officina chiamata Bracciarubate, e lì passarono l’inverno a montare e smontare vecchi pezzi di legno, a mescolare (e non bere) varie pozioni magiche, col Fotoricettario di Ghedina ed altra letteratura obsoleta alla mano.
Da lì a breve è seguita l’autocostituzione spontanea del Fronte di Resistenza Analogica, entità senza sede, senza iscritti – ma con simbolo – a indicare i sparuti focolai spontanei di resistenza autarchica al mercato e alla cultura fotografica dei megastore, e alla ricomprensione della lentezza fotografica.
Chiunque abbia pensato un attimo su come scattare una foto, e non l’abbia fatto d’impulso; chiunque non tiri fuori la sua vecchia Zenit solo per costume, tra uno scatto a raffica e l’altro della reflex digitale; chiunque si senta aperto allo sbagliare, al riprovare e sbagliare meglio; e chiunque accetti serenamente che le foto si perdono, che il mondo non è fotografabile nella sua interezza, e che esistono categorie ineffabili della figurazione che non rispondono alle categorie della quantità e della perfezione, può ritenersi parte del F.R.A. .
Il F.R.A. di Perugia attualmente opera nella sede di via Cartolari e durante l’inverno ha fatto ricerche varie sulla riesumazione e la riattualizzazione delle antiche tecniche fotografiche, e inoltre ha girato un pò il centro italia con la performance di ritrattistica semi-istantanea a estetica vintage degli “Arsumigli” (in perugino: “un’immagine che ti assomiglia”, spesso usato per intendere la foto della carta di indentità).
Quì sotto alcune foto delle delle immagini ottenute – inversioni a contatto di scatti con banco ottico su carta fotografica – e di qualche esibizione live.
La documentazione (quasi) completa delle foto la trovate invece quì
- Lucrezia
- Giulia
- Michela e Ali
- Giuseppe
- Alessio
- Massimo
- Gianni Berengo Gardin arsumigliato a Bologna per “Slow Photo”
- Set a Bologna, per “Slow Photo”